Fabbricare Fiducia_Architettura #108 | “Noi” dopo la quarantena | Marco Masuzzo

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Come immagini il mondo dell’architettura dopo l’attuale crisi virale?

La mia analisi è un collage fatto da diversi spunti, letti e ascoltati durante questo periodo di quarantena.

Uno dei più grandi scrittori italiani, Alessandro Manzoni, conosciuto anche per la sua ipocondria e attacchi d’ansia, morì, si dice, dopo aver ascoltato una notizia alla radio.

“Le sorti dell’Europa, dell’Italia e soprattutto del Bene Pubblico erano a rischio”.

Udita questa notizia gli venne un attacco di panico, cadde a terra e morì.

Cosa si intende per bene pubblico?

Piazze, Aria, Arte, Pittura… tutto ciò che non è né mio né tuo… nostro.

Facciamo un’analisi attuale; noi oggi riportiamo tutto sui vari social, prendiamo il nostro privato e lo rendiamo pubblico (la mia casa, il mio pranzo, la mia cena, il mio vestito nuovo), tutto è il nostro privato che diventa pubblico.

A forza di propagandare noi stessi abbiamo perso di vista il bene pubblico. I pronomi più utilizzati sui social sono “l’io” e il “voi”, (io ho fatto questo, io ho fatto quello).

Il voi, in particolare, viene spesso utilizzato in modo sprezzante verso qualche altra persona.

Quello meno utilizzato è il “noi”, ovvero il Bene Pubblico.

L’architettura dovrebbe ritornare a concentrarsi sul “noi” come facevano i greci nell’agorà, i romani nelle domus, Michelangelo a palazzo Farnese mettendo una panca nel prospetto principale per fare riposare la gente comune; lo facevano i contadini che costruivano case stupende ma con una misura minima per dare spazio alla terra e al raccolto, lo faceva la Chiesa che s’indebitava per costruire bellezze come il Vaticano; ed infine, lo faceva anche il privato, i grandi mecenati.

Oggi abbiamo privati, non più mecenati che si costruiscono vulcani finti dentro la propria abitazione tralasciando il bene pubblico / “noi”.

In questo periodo storico siamo tutti come Alessandro Manzoni quando ascoltò quella notizia.

Per la prima volta, ci sentiamo mancare l’aria perché non stiamo più frequentando quei luoghi che ci fanno dimenticare dell’io e del voi.

Gli architetti dovrebbero essere chiamati a fabbricare il noi: piazze, parchi, spazi dove si fa cultura, spazi di aggregazione, spazi dove semplicemente è importante intuire che non c’è bisogno di costruire per fare aggregazione.

Dobbiamo cercare di produrre bellezza e aggregazione, dalla piccola casa alla città, perché in questo periodo abbiamo capito quanto sia importante il noi, e non l’io ed il voi.

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Mi chiamo Marco Masuzzo e ho conseguito la laurea magistrale in architettura-progettazione architettonica presso l’università di Roma tre con la tesi “abitare minimo nel paesaggio ibleo”: ripensare i luoghi contadini in chiave contemporanea. Oggi, oltre a collaborare con diversi studi di architettura in Sicilia, porto avanti lo sviluppo di un progetto realizzato lo scorso anno. Ha avuto inizio con la riqualificazione di un luogo sconosciuto ridandogli vita e dando inizio ad un progetto più ampio che punta principalmente sul “noi”.

 

 

 

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Title: Fabbricare Fiducia_Architettura #108 | “Noi” dopo la quarantena | Marco Masuzzo

Time: 29 aprile 2020
Category: Article
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