Fabbricare Fiducia_Architettura #71 | Scuola pandemica | Raffaele Fernando Asunis

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Come immagini il mondo dell’architettura dopo l’attuale crisi virale?

In questo clima di incertezza, c’è una comunità educante che attende l’evolversi della situazione. Studenti, genitori, dirigenti, insegnanti aspettano con ansia l’evolversi delle circostanze, consci delle gravi mancanze degli edifici scolastici di oggi. Siamo pronti ad un allungamento dell’anno scolastico? Le nostre scuole sono adeguate ad accoglierci anche nei mesi estivi? Possono avere altre funzioni, oltre a quella scolastica?

No.

Negli anni si sono costruite scuole solide, edifici in grado di accogliere un gran numero di ragazzi, dando per scontato un solo utilizzo, in un periodo dell’anno determinato e mai differibile. Frequentare un edificio scolastico nei mesi estivi sembra più un’impresa ardua, non praticabile. Il comfort interno viene totalmente a mancare e, dove la presenza dei sistemi di condizionamento allevia la calura estiva, le condizioni migliorano di poco. Le classi, dalle dimensione ridotte, oggi accolgono tanti studenti, forse troppi. Non saremmo mai in grado di ospitarli tutti rispettando la “distanza sociale” di 1metro.

Quale ruolo può ricoprire l’architetto dopo questa crisi?

Le scuole sono state pensate come edificio a se, con schemi rigidi e vincolate da un utilizzo che ne impedisce una differente fruizione, schiavi di una progettazione fondata sulla norma tecnica e lontana dalle idee di spazio sociale e luogo di interazione. Non escludiamo che calamità o grandi epidemie di massa possano ripresentarsi negli anni a venire. Per fronteggiare il cambiamento, dinnanzi a tante domande, dobbiamo provare a dare delle risposte. La scuola dovrebbe diventare un sistema resiliente, in grado di adattarsi al cambiamento, ritornando poi ad uno stato di quiete. Tutto il sistema scolastico dovrebbe adattarsi. Allora la “scuola pandemica” assumerebbe le qualità di un edificio mutevole, che è in grado di compiere rapide metamorfosi, perché l’architetto che l’ha pensata, conscio delle esigenze contemporanee, ha concepito l’edificio come uno spazio pubblico aperto alla città. Le aule che un giorno ospitano decine di studenti, dotate di dispositivi tecnologici, il giorno dopo sono in grado di ospitare un presidio medico tecnologico: le lavagne interattive multimediali diventano maxi schermi che mettono in contatto migliaia di medici in tutto il mondo. La strutture sarebbero in grado di accogliere le persone in qualsiasi periodo dell’anno, in condizioni climatiche avverse e mutevoli. Le “scuole pandemiche” inserite nel territorio, offrirebbero una risposta immediata alle nostre future e variabili esigenze. Gli edifici esistenti vanno ripensati allo stesso modo, hanno bisogno di cambiamenti radicali, non semplici interventi palliativi. Già da oggi portiamo avanti una “progettazione pandemica”, in grado di prevedere vari scenari, anche tragici: non dovremmo più pensare solamente al comfort di un gruppo classe, ma progetteremo edifici in grado di accogliere meeting sociali, sfollati da un terremoto, pazienti di un ospedale.

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Raffaele Fernando Asunis si laurea all’Università degli Studi di Cagliari nel 2016 con la tesi “Phygital Hub 01″, orientata al rapporto tra mondo fisico e mondo digitale e promotrice di elementi architettonici catalizzatori degli sforzi di cittadini attivi nei territori. Dopo gli studi inizia a collaborare con professionisti e studi in Sardegna, formando la propria figura professionale attraverso esperienze di progetto dall’oggetto quotidiano all’edificio residenziale. Al contempo accresce le proprie competenze andando ad interessarsi di gestione dei cantieri, di sostenibilità, recupero e riuso. Nel 2019 inizia a lavorare come libero professionista e nello stesso anno inizio l’attività di insegnante. 

 

 

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Title: Fabbricare Fiducia_Architettura #71 | Scuola pandemica | Raffaele Fernando Asunis

Time: 22 aprile 2020
Category: Article
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