Fabbricare Fiducia_Architettura #104 | Comporre nuove istanze | Enrico Lain
COMPORRE NUOVE ISTANZE
La mia generazione ha vissuto molti dei cambiamenti che hanno dato forma a questa nostra epoca. Abbiamo visto accumularsi stratificazioni e densità funzionali e demografiche che ci hanno portato lontano dall’urbanità funzionalista descritta nella Carta d’Atene del 1933. Siamo rimasti basiti di fronte al balbettare delle narrative del mondo globalizzato, delle supply chains di Parag Khanna, della pax obamiana e della creative class di Richard Florida. Hanno tutte dovuto capitolare di fronte alla realtà: il mondo non è una macchina, non è una fabbrica e tantomeno un teatro. I cambiamenti non possono essere progettati, ma possono venire composti: essi non hanno inizio o fine, ma solo durate, nelle quali ciascun progetto assume forme mutevoli, adattative. Siamo stati testimoni della sublimazione, de facto, del principio di autonomia disciplinare dell’architettura.
Mi preme per questi motivi ricordare ai miei coetanei che le premesse su cui sono state fondate la nostra istruzione superiore e la nostra visione progettuale del mondo sono semplicemente inattuali. E vorrei pertanto invitare tutti noi progettisti ad essere finalmente interessati al reale e a smettere di essere realisti, non confondendo le cause con gli effetti quando ci soffermiamo a riflettere sull’attuale pandemia: le istanze che essa sta liberando nel mondo sono presenti già da tempo, e, grazie alla crisi virale, i nostri occhi hanno ampliato il proprio spettro di percezione, prendendole finalmente in considerazione.
E’ su queste istanze che dovremo rifondare i principi della nostra disciplina, uscendo dall’intima sicurezza del nostro ruolo di “custodi del contratto spaziale” (cito l’architetto Hashim Sarkis di proposito) per divenire attivi “compositori di spazi”. Ricordo cosa scriveva Mark Fisher nel suo Realismo Capitalista: una cultura che si limita a preservare se stessa non è una cultura. Come essere allora compositori di spazi? La forma dovrà mostrare tutta la sua resilienza e apertura, senza divenire il fine della composizione. Le istanze in gioco, che vediamo molto più chiaramente oggi, superano i confini delle estetiche: la nostra socialità; il carattere pubblico degli spazi urbani; la versatilità delle nostre case come supporto alla vitalità urbana; la necessità di uscire dai recinti tipologici e di riaprire così una vera stagione di ricerca sull’abitazione per questo nostro mondo; la necessità di imporre una revisione delle norme per superare l’obsoleta suddivisione funzionale; l’obbligo di attualizzare il diritto alla città affrontando il tema della proprietà e gestione dei dati in transito sulle infrastrutture e sulle piattaforme web che supportano il nostro contesto urbano; la necessità di comporre la cura delle comunità nei processi di progettazione e pianificazione, portandoli qualche gradino più in su lungo la scala della partecipazione di Arnstein.
Riuscire a comporre insieme tutte queste istanze, e a fare spazio per ciascuna di esse, ecco quello che auguro a tutti noi.
Enrico Lain
Enrico Lain, classe 1973, architetto, pianificatore e facilitatore, PhD in composizione architettonica allo IUAV di Venezia, consulente in azione locale partecipata dal 2016. Da sempre interessato alle intersezioni tra architettura e mondo. Nel suo blog enricolainarchitectures.eu, aperto nel 2012, raccoglie le proprie ricerche indipendenti sull’architettura e la città, convinto che dietro ad ogni buon progetto ci sia una storia da raccontare e moltissimo pensiero. Dopo aver realizzato progetti in Italia e all’estero come freelance, nel 2017 apre a Padova il proprio studio, Blu143 design studio, in cui sperimentare una progettualità dedicata all’innovazione e alle interazioni tra processi off-line e on-line.
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Title: Fabbricare Fiducia_Architettura #104 | Comporre nuove istanze | Enrico Lain
Time: 28 aprile 2020
Category: Article
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