Fabbricare Fiducia_Architettura #105 | PROPP, lo spazio e la quotidianità | Edoardo Del Conte

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PROPP, LO SPAZIO E LA QUOTIDIANITÀ

1 – Equilibrio iniziale: spazio e quotidianità

Il mondo che ci circonda è quasi interamente costruito. Esso è costituito da una successione di spazi contigui, che si possono riassumere in due categorie, facendo riferimento alla percezione che il fruitore ha di essi: da un lato gli spazi esclusivi (la Nostra Casa, la Nostra Auto, il Nostro Piccolo Luogo Segreto), dall’altro gli spazi condivisi (un luogo di lavoro, un ristorante, una palestra). Alla luce di questa netta divisione degli spazi della nostra quotidianità, si potrebbe definire la routine dell’uomo medio come il punto di equilibrio stabile nel rapporto di tempo trascorso all’interno dello spazio esclusivo e di quello condiviso. Quasi tutte le persone alternano, nel rituale della quotidianità, la permanenza in spazi condivisi e in spazi esclusivi. Senza rendersene conto modificano il loro comportamento, a seconda che il luogo in cui si trovano ad agire sia privato o pubblico.
La ripetizione giornaliera di questi comportamenti, derivanti dalla percezione dello spazio costruito e delle logiche ad esso intrinseche, è ciò che comunemente chiamiamo routine. Uno schema mentale familiare, che ci risparmia la fatica di adeguarci a situazioni a noi estranee, sconosciute: che ci fa sentire al sicuro.

2 – Rottura dell’equilibrio iniziale

Esiste una relazione tra lo spazio costruito, che ricopre in maniera intensiva e sempre più estesa la superficie globale, e la diffusione del Covid19? Il mondo globale odierno è frutto della costruzione di spazi fisici e comunicativi, di politiche di connessione sfrenata e di annullamento delle distanze fisiche, per la circolazione di persone, merci, pensieri, teorie.
Questo tessuto connettivo, nato per la diffusione e la condivisione della ricchezza, può diventare allo stesso modo veicolo di problematiche.

3 – Peripezie dell’eroe

L’emergenza Coronavirus ha imposto un radicale cambio nella ruotine di ognuno di noi. Il nostro modo di usare spazi condivisi e spazi esclusivi nella quotidianità si è infranto in maniera istantanea contro le necessità della realtà.
La nostra routine, la casa del nostro comportamento quotidiano, l’origine del nostro senso di sicurezza e stabilità, è crollato.
Guardando la televisione, oggi, le immagini di assembramenti nelle strade, di persone al ristorante o di luoghi di lavoro operativi diventano icone del nostro malessere. Quelli che rappresentavano i simulacri della nostra sicurezza, delle nostre certezze, oggi ci appaiono come immagini distanti, irriconoscibili, che generano in noi insicurezza. Torneremo alla nostra quotidianità?

4 – Ristabilimento di un (nuovo equilibrio)

Come sarà il mondo dell’architettura dopo l’attuale crisi virale?
L’architettura, intesa come spazio costruito che ci circonda e che riempie il pianeta, ha rappresentato il teatro e il veicolo del contagio. C’è stato un Prima e ci sarà un Dopo. Quanto il Prima è stato miope, tanto il Dopo dovrà essere lungimirante. Il cambiamento è già in atto; è un processo cominciato dallo sviluppo di una consapevolezza nuova, dalla comprensione di quanto la nostra routine, il nostro uso dello spazio abbia inciso nella diffusione della pandemia. Il Dopo ha già iniziato a porre le proprie fondazioni, perché l’architettura dello spazio costruito non comincia con la posa della prima pietra, ma con la costituzione delle logiche sociali che porteranno alla sua realizzazione. L’architettura del Dopo sarà consapevole dei pericoli che il privilegio della connessione globale comporta. Determinerà spazi costruiti nuovi, che si misureranno su nuove percezioni e nuove logiche di relazione. Ci sarà una maggiore attenzione agli spazi esclusivi, che in tempo di quarantena tutti noi abbiamo riscoperto, e una nuova definizione degli spazi condivisi, dove la prossimità fisica sarà rivalutata, per poter ottenere un nuovo equilibrio, una nuova quotidianità, una nuova sicurezza.

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Edoardo Del Conte. Mi chiamo Edoardo Del Conte e sono un architetto. Ho studiato presso l’Università IUAV di Venezia dal 2013 al 2016 e, successivamente, ho conseguito la laurea magistrale in Architettura presso il Politecnico di Milano, nel 2018, con una tesi sul riuso del patrimonio militare dismesso del Friuli Venezia Giulia. Oggi vivo in un piccolo paese della città metropolitana di Venezia. Dal 2020 ho iniziato il mio percorso di libero professionista, collaborando con uno studio di progettazione. Parallelamente, mi piace cimentarmi con progetti di ristrutturazione e concorsi di idee e di progettazione. Le mie passioni, oltre all’architettura, sono la lettura e la scrittura, il cinema e lo sport. Penso fermamente che tutti gli aspetti della realtà quotidiana possano concorre a costruire la figura del progettista, inteso come figura professionale aperta a più discipline e, per questo, cerco sempre di cogliere gli spunti che arrivano dal mondo che mi circonda.

 

 

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Title: Fabbricare Fiducia_Architettura #105 | PROPP, lo spazio e la quotidianità | Edoardo Del Conte

Time: 28 aprile 2020
Category: Article
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