Fabbricare Fiducia_Architettura #67 | Futuro Semplice | Michele Albanelli

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Come immagini il mondo dell’architettura dopo l’attuale crisi virale?

Partiamo da alcune riflessioni generali che erano latenti nel nostro fare quotidiano come persone, cittadini ed architetti e che hanno trovato nella quarantena uno spazio di maturazione. Per convenzione, chiamiamo crisi o disastro qualunque evento naturale o artificiale che ponga a rischio l’umanitá, dimenticando che siamo spesso vittima e carnefice nel processo. “Quella umana potrebbe essere l’unica specie ad aver progettato sistematicamente la propria estinzione”, affermano Beatriz Colomina e Mark Wigley (Are We Human?, 2016); In tal senso, non posso nascondere una sensazione di serenitá quando vedo il messaggio che ci manda il pianeta, con la fauna che riappare nello spazio negato dalle cittá o con l’atmosfera che si prende un respiro dalla pressione umana. Questa crisi é relativa, é la crisi dell’arroganza di un sistema in cui noi architetti non siamo esenti da responsabilitá. Il virus non conosce frontiere, é figlio della globalizzazione e, per quanti muri potremmo erigere, non possiamo negare che, per poter superare questo momento, abbiamo bisogno di collaborare, condividere i saperi, distribuire le risorse, organizzare una rete globale strutturata sulle esperienze locali. Forse, come mai prima, la specificitá della cultura locale assume rilevanza universale. La risposta credo che si trovi nella premessa. E l’architettura? Come affrontiamo la distanza sociale, l’isolamento, l’iperconnessione, l’igiene ossessivo? La cittá, bene comune, passa da essere estensione della casa a territorio di rischio, e con essa tutti quei servizi culturali che sono l’impalcatura della societá. Ora piú che mai l’architettura, per mezzo del progetto, sará l’incontro di persone, saperi, specie, mondi.

Per chiudere, 3 strategie per e con l’architettura.

Futuro Semplice 1 – Introdurre l’architettura nella scuola, non solo come studio tecnico, ma come forma simbolico-culturale che, per mezzo del progetto, metta in evidenza i nuovi valori della societá. L’architettura, come progetto collettivo, come diritto, nasce nella scuola e cresce nella societá.

Futuro Semplice 2 - Riportare la quotidianitá al centro dell’architettura, per porre la architettura al centro del discorso collettivo, come produzione culturale diffusa nella quale ci identifichiamo e per mezzo della quale ci trasformiamo.

Futuro Semplice 3 - Comprendere il progetto come mezzo, come contesto fatto di relazioni ed opportunitá. La tecnica e la tecnologia saranno il nostro linguaggio che, spesso, sará invisibile. Come un virus.

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Michele Albanelli studia presso la facoltá di architettura di Roma Valle Giulia ed il Master in advanced architectural design della Stäedelschule Architecture Class di Francoforte, dove riceve nel 2008 il Gunther Bock Prize. Dal 2012 vive e lavora a Lima, Perú, dove attualmente insegna laboratorio di progetto all’Universitá PUCP e nella scuola Aleph. Dal 2016 dirige con Carmen Omonte Miraval DIADIA Arquitectura, studio dedicato allo sviluppo di progetti, concorsi ed iniziative culturali, ricerche e scritti, fondato sulla collaborazione e motivato dall’incontro costante tra teoria e pratica. Tra gli ultimi progetti, principalmente di carattere educativo: sviluppo di scuole modulari per la regione andina del Perú (concorso del MINEDU, 2018) e sviluppo della nuova sede dell’Universitá Cientifica del Sur (concorso privato, 2019).

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Title: Fabbricare Fiducia_Architettura #67 | Futuro Semplice | Michele Albanelli

Time: 21 aprile 2020
Category: Article
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