Fabbricare Fiducia_Architettura #85 | Il design contro la discriminazione domestica | Luca Maci

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Come immagini il mondo dell’architettura e la sua professione dopo l’attuale crisi virale?

 

Scrivo sempre i miei testi su fogli A4 di riciclo, prima di ricopiarli su un file di testo, ed oggi quelle pagine bianche sono il retro delle autocertificazioni accumulate (provando almeno a dare loro un valore).

Viviamo tutti una temporanea limitazione delle nostre libertà, relegati entro le mura delle nostre case; uno sforzo minimo, in “nidi” dotati di ogni spazio e comfort, abitativo e tecnologico. Che sarà mai – ho pensato – questo sforzo che ci si chiede di fare, nelle condizioni attuali, quando siamo tutti coccolati e iperconnessi, uniti dalla tecnologia pur nella distanza (come recita uno degli slogan oggi in voga), dotati di strumenti di svago di varia natura (i libri, la radio, la tv, le consolle, le tv on demand e tanto altro), perfettamente equipaggiati, impegnati in lezioni telematiche, in smartworking e altre teleattività. Un sacrificio minimo che assume spesso, se vogliamo, il profilo di una vacanza forzata in cui poter recuperare del tempo per sé e per la famiglia, del tempo per riflettere.

Ed allora dovremmo sì riflettere, pensando che non tutti ancora oggi vivono e godono di quel comfort, troppo spesso dato per scontato.

In questi giorni l’Istat ha diffuso dei dati sulle condizioni abitative degli italiani dai quali emerge un sovraffollamento degli spazi per il 27,8% della popolazione, in riferimento al 2018 (condizione che si acuisce, toccando il 41,9% in riferimento alla popolazione under 18); ed al sovraffollamento abitativo si aggiungono ulteriori disagi, legati alla dotazione impiantistica e strutturale degli stessi alloggi. Persino i dati sulle dotazioni tecnologiche sono insospettabili ai giorni nostri, vedendo più di un terzo della popolazione italiana (il 33,8%) priva di un computer/tablet in casa (e forse abbiamo delegato fin troppo certe funzioni all’uso degli smartphone).

Allora, quella che per alcuni è, come si diceva, una vacanza forzata per altri rischia di essere una vera e propria reclusione domestica: la pandemia, che, ahimè, attacca gli individui senza discriminazione, evidenzia invece, attraverso la nostra risposta in autotutela, le sommerse disparità abitative. Ancora una volta il problema della casa torna centrale, la qualità dello spazio domestico diventa fondamentale e, tanto più rilevante quanto minore, la consistenza dell’alloggio. Difficile però immaginare, come nel passato, all’impegno dei progettisti sull’ottimizzazione dell’“existenzminimum” (ad esclusione di alcune opere di iniziativa pubblica); la sfida di domani sarà e dovrà essere riuscire ad immettere qualità nelle abitazioni di quella fascia di popolazione che non avrà mai la possibilità di accedere alla consulenza diretta di un progettista, per difficoltà economica o per scarsa cultura.

Così, l’unica speranza appare la capacità di immettere in questi spazi, indirettamente, pillole di bellezza, attraverso la qualità dei singoli oggetti, infiniti, che vi troveranno posto all’interno, oggetti minimi, di uso quotidiano e momentaneo, a basso costo, spesso esclusivamente funzionali.

Occorrerà quindi una sensibilizzazione diffusa sul mondo produttivo che includa ogni settore merceologico; occorrerà pensare, come per lo spazio pubblico, al valore sociale ed educativo del design, alla sua esigenza per la costruzione diffusa di un habitat migliore.

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Luca Maci. Architetto e designer siciliano, nato a Lentini (Sr) nel 1979. Formatosi a Reggio Calabria presso l’Università “Mediterranea”, dove ha svolto attività didattica nei corsi di composizione e progettazione architettonica coadiuvando Marcello Séstito per circa un decennio e collaborando con lui a progetti, concorsi, allestimenti, workshop. Nel 2007 consegue con lode la laurea in architettura con il progetto di un centro sportivo galleggiante sul Lago di Lentini selezionato ed esposto, nel 2008, all’esposizione internazionale di Saragozza, Spagna. Nel 2009 torna in Sicilia ed avvia la propria attività con studio a Lentini, traendo ispirazione per la sua ricerca dalla tradizione isolana. Nel 2015 inizia ad occuparsi di design con progetti di elementi di arredo. Con il tavolino Conca, nel 2016 viene premiato con il Taomoda Award Talent Design; l’anno successivo viene selezionato per la mostra “Prossimo Futuro – 45 designer italiani under 40” e premiato con la menzione d’onore “E. Sottsass” al “Materia- Indipendent design festival” di Catanzaro. Ha realizzato prodotti per Zag, Trame Siciliane, Romano Pavimenti, Julia Marmi ; ha collaborazioni in corso con Duraltop e Ducale Marmi/Margraf.

 

 

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Title: Fabbricare Fiducia_Architettura #85 | Il design contro la discriminazione domestica | Luca Maci

Time: 25 aprile 2020
Category: Article
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