Fabbricare Fiducia_Architettura #22 | Il futuro, ibrido e condiviso | Alice Scolari

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Come immagini il mondo dell’architettura e la sua professione dopo l’attuale crisi virale?

Se dopo il verificarsi dei terremoti abbiamo delineato i principi dell’architettura antisismica, a fronte dell’emergenza Covid19 diventa necessario chiedersi se si definirà anche una progettazione antipandemica e quali caratteristiche potrebbe avere. Cominciando, per esempio, da un’architettura di prevenzione, dove la componente igienica ricoprirà un ruolo centrale nelle scelte progettuali, fino allo sviluppo di concept più o meno fantascientifici, utopici e distopici, pensati per riprogettare spazi dove garantire il benessere sia fisico che mentale durante tutte le fasi della pandemia. Al di là di questi, possibilmente interessanti, sviluppi futuri, la quarantena ci insegna già oggi il valore delle relazioni sociali, il bisogno innegabile dello stare insieme, di vivere una vita di convivialità in un contesto reale, oltre che digitale. Forse si andrà allora diffondendo sempre di più una nuova sensibilità, per la quale daremo più valore al tempo che non abbiamo, ma che vogliamo, e che necessitiamo trascorrere insieme quando tutto questo sarà finito. E l’architettura diventerà sempre di più lo spazio della socialità, flessibile ed adattabile all’esigenza di svolgere quelle attività sociali che, semplicemente, non possono essere vissute attraverso uno schermo. Se le nostre case avranno spazi dedicati al lavoro da remoto, i nostri uffici si convertiranno, forse, in luoghi dove praticare prevalentemente i rapporti sociali tra colleghi in contesti informali, dove coltivare lo scambio di idee e creare lo spirito di gruppo, che diventa guida per il lavoro svolto indipendentemente nei momenti di smartworking. Le scuole dovrebbero andare al di là delle semplici aule per l’apprendimento ed ospitare spazi di aggregazione e ricreazione anche per le famiglie, dove creare un senso di condivisione e sostegno. Spazi come negozi oppure hotel si apriranno sempre di più alla città e ai suoi abitanti, includendo anche attività altre rispetto alle loro funzioni di base. Le città stesse saranno sempre più progettate per diventare dei salotti urbani, all’insegna della condivisione e della ricreazione all’aria aperta. Questa pandemia ci costringe alla distanza e forse sarà necessario considerare un futuro dove, per un tempo più o meno lungo, non ci stringeremo più le mani, dove non saremo liberi di abbracciarci e sederci gli uni accanto agli altri. Mi piace comunque immaginare che non smetteremo mai di cercare la compagnia l’uno dell’altro e allora più che mai l’architettura sarà lo strumento per la progettazione di spazi dove, non solo l’igiene, ma anche la bellezza ci fanno semplicemente sentire bene, insieme.

alice

Mi chiamo Alice Scolari e sono un interior designer, recentemente laureata al Politecnico di Milano e alla Tongji University di Shanghai. La mia curiosità e il mio entusiasmo mi hanno portato a studiare e lavorare in giro per il mondo, da San Pietroburgo a Stoccolma, da Shanghai a Parigi. Sono interessata alla contaminazione tra tutti i campi della creatività e, tra ricerca e ispirazione, alla progettazione di spazi che possano migliorare la nostra vita quotidiana e sociale.

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Title: Fabbricare Fiducia_Architettura #22 | Il futuro, ibrido e condiviso | Alice Scolari

Time: 9 aprile 2020
Category: Article
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